Still life di prodotto per le nuove pietre di ricarica wireless del brand Einova.
Pensieri al vento, tra volatili idee di permanenza.
Immobilizzati da una voglia latente.
a terra
cotte in superficie
Sanyuanli-Market in Xinyianli, Beijing
come una biscia gialla
aspettai un soffio fine, caddi giù.
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Portate via dal vento, silenziosamente accasciate le ore passavano.
La sabbia negli occhi pungeva i pensieri.
Volai via.
Brucia sotto il sole, gonfio il respiro.
Plumbei pensieri strisciavano nell'aria,
al largo le orchidee fiorivano.
Fu il tocco.
Camminavo, spinata dal vento
tra dune coperte di sabbia,
morì avvelenata.
Tremava immobile la bocca amara dal rosso coperta.
vizzi pensieri,
saltavano su palloni gonfiati
…bum!
Baciami, suvvìa.
era così..
aveva la camillite
ma perchè?
te l'ho già detto
me lo puoi rispiegare?
Hanno rubato l’aria
schiacciata, compressa, shakerata.
Rarefatti pensieri zampillano sotto il sole cocente
tutto è offuscato,
la nebbia che mi avvolge sa di sale
e poi quel giorno è arrivato, freddo, gelido, pungente,
io ero là,
Bang!
caddi a terra.
Bang! mi addormentai
girovagavo, ero rotonda e gonfia, i lineamenti bagnati, salati e amari,
tutto fu verde, poi giallo.
Aspettami ma non di nero.
le ombre si allungarono vestendomi di seta,
leggeri erano i loro tocchi,
pesante fu la mia veste.
attesi, attesi con te,
attesi per te,
Bang! dove siamo?
sarò io, io con un po’ di te, io solo per Te.
sul prato sgorgava un gelo nero.
sei veramente brava a suonare, lo sai?
correremo silenziosamente, io qua, tu là.
È già domani ormai.
La digestione era in corso, un paio di vecchie scarpe sarebbero bastate a far scivolare le ore, ore pesanti come passi lenti su letti di bolle schiumose. L’aria era appannata; il verde mi era sempre piaciuto.
Ma altri lo avevano adocchiato prima di me, il primo si precipitò su di lui, il secondo lo addentò, un’altro lo seguì. Giaceva a terra, ognuno aveva preso la sua parte. Io, persi la voglia di conquista.
Il vento tiepido ballava, lo avrebbero notato, di giallo vestiva. Le danze furono aperte, tutti scesero in pista, lui no, non conosceva il ritmo! No!
l’invito non lo aveva ricevuto, No! lo aveva dimenticato, dove!? tutti avevano già preso posto. Lo seguii, avrei capito, il rosso è cieco.
Non ero sola, forse avrei aspettato ancora un po’, chi sarebbe arrivato? Tu. Era là il suo carico, invisibile e tiepido, lei sarebbe ripartita, Tu non la riconoscerai.
Tu correvi, io mi sentivo pesante, so che non potevi aspettarmi, Tu volevi, io non potevo. Là nel grigio mi abbandonai.
Potevo ancora raggiungerti, forse, dopo, non ora, non adesso, avrei continuato nel verde, e tu? tu lo sapevi, non ti avrei scelto. Lei tutto vedeva: REC
Non so che ci trovasse di interessante, io provavo, non capivo, erano molli; le ginocchia tremavano, non le mie, non le sue, un avvolgente silenzio bagnato alle spalle, annegarono!
Eri tu, uno, uno soltanto, avvicinarmi non potevo, eri là ma non per me. Tu, un sospiro dolce e poi uno salato, sentii freddo, nessuno passò tra noi.
Per cinque volte riprovammo, forse anche più, chiedete se amate; tu sei stato paziente, sette o più furono i consigli, l’otto segnato su quel legno bagnato mi richiamò.
Passarono di nuovo, ancora là ma non era più solo, dalla forma diversa bagnata per metà, io, ero quasi arrivata.
Al mattino tutto fu chiaro, andammo a letto ballando, con un sorriso ricalcato.
Il tempo ci avvolse, qualcosa era passato; là partì, plumbeo tornò.
Si salutarono come due vecchi amici, forse nulla era cambiato.
Là mi attesi, ma nessuno passò.
Era troppo tardi, adesso lo so.
Era partito. Mai più tornò.
Là ormai correvano solo le rosse giraffe.
Una scia, solo lui passò.
Calò il sole.
Annacquammo con vino le sponde.
Nascosti nel verde. Ci vedono.
Lo sfarfallio dei pensieri si interruppe.
Con la paglia nelle scarpe riposammo.
Inalammo stagno e felicità.
E poi il tentativo.
Andò.
cadeva soffice e silenziosa, la neve nera
Non ci sarò per te. Riflessa nel bianco, sparirai.
camminavamo senza meta, il sole stava tramontando, nessun pesce nel secchio, nessuna lenza all’amo. Saltai!
-
nel fango i suoi piedi a fatica si muovevano. Lo sapeva, non sarebbe arrivato in tempo, il suo sguardo annegò.
-
quante volte avevo provato, caddi nuovamente. Seguirli non potevo, il tempo mi aveva rapito anni fa. Sarei tornato l’indomani, ma…
Tardava l'ora, arrivò il tempo,
Parole volatili sfiorarono le nostre labbra, l'aria era impregnata di una calma molle.
bastò poco tempo, poi giù nel rosso.
Tornai. Un ballo salato soffiò ancora per me.Il suono era muto, la partenza fu improvvisa.Le membra distese, aridamente avvolte tacquero appagate.Il precipizio gli era amico, sorretto dal vento l’avrebbe sorretto.Silenziosa compagna fluttuava in sua compagnia.Si avvicinarono strisciando.Erano le ore di nessun giorno.
non eravamo soli, era solo un po’ umido. Ci facevamo compagnia anche se diversi, 4 da un lato 4 dall’altro. Avevano lasciato qua molte cose, ora erano anche un po’ nostre; la luce era accesa ma noi non eravamo stati.
Persi il senso, l’orientamento, tutto era arido e secco.
Vagai allungo. Le sue braccia sapevano di sale, di salmastro, mi addormentai.
Passarono le ore, i colori si addensarono, si dissolsero, rimase la tua voce tra la bianca schiuma.
Shhh…!